Gnatologia
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Caso 0: Beatrice

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Federica Papacchini
Francesco Deodato
Beatrice Marasco
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Serenella Cristiano
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Ven Apr 17, 2020 6:21 pm
😆
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Raffaella Romano
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Sab Apr 18, 2020 9:51 am
Grazie, tutto chiaro. Anzi di più.
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Francesco Deodato
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Dom Apr 19, 2020 2:25 pm
Buongiorno a tutti
Riprendo il messaggio di Beatrice per darle risposta :
“ Buongiorno stamattina sono riuscita a spronarmi e a ricominciare a scrivere 😊
Dal punto di vista “fisico” devo dire che per alcuni giorni i click si erano ridotti moltissimo ma stamani ( dopo una notte con vari risvegli ) si sono ripresentati
Ho fatto delle prove Aprendo la bocca a dx click ,a sinistra avevo come la sensazione che ci fosse un blocco
Per aprire dovevo fare prima una deviazione a sx e poi ricentrare questo per una decida di volte dopodiché la situazione è tornata alla normalità ed è rimasto solo un leggero fastidio a livello dell ATM di dx
(Ora siccome sono anche io all ABC ho bisogno di aiuto per interpretare questi aspetti clinici )“

RISPOSTA :
Il fatto che tu aprendo percepisca la condizione di blocco che ti obbliga a fare movimenti ripetuti di lateralita è dovuta a questo :

- IL DISCO QUANDO TI SVEGLI È ADERITO ALLA FOSSA
- IL CONDILO NON TRASLA PERCHÉ IL DISCO NON SCORRE E FA FRIZIONARE IL CONDILO CHE PER VIA DEL SERRAMENTO È COMPRESSO IN ALTO
- IL CONDILO PER MUOVERSI DEVE “ PASSARE AFFIANCO AL DISCO “, non scavalcarlo perché non riesce ... ED ALLORA GLI GIRA INTORNO
- ATTRAVERSO LA CONNESSIONE CONDILO DISCALE ( legamenti collaterali ecc” il condilo anche così mobilizza il disco , rompe le briglie aderenziali finché riesce e lo sblocca
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Beatrice Marasco
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Dom Apr 19, 2020 6:16 pm
Perfetto. Francesco sei stato molto chiaro.
Grazie mille 😊
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Francesco Deodato
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Lun Apr 20, 2020 8:08 am
Buongiorno
Rispondo adesso alla seconda parte del messaggio di Beatrice , quello più intimo e delicato :
“ Ora vorrei passare all’aspetto psicologico Molto più difficile da mettere nero su bianco poiché a me disturba “pesare” sugli altri ma mi immolerò per la scienza 😂😂
Ho passato giorni davvero difficili ... premetto che da circa 2 anni sto facendo molti cambiamenti e passaggi importanti ( pensavo di essere arrivata ad un buon punto ) ma il colloquio dell’altro giorno ha scoperto altri punti dolenti
La similitudine fatta da Francesco riguardo al fuoco che è dentro e prosciuga mi ha molto colpita
Mi sono ritrovata tantissimo. Secchezza della pelle , dei capelli , delle mucose. ..mi è venuto un calazio all’occhio sinistro. ( mai avuto in vita mia !!).......questo fuoco è sempre rimasto dentro a consumarmi. Perché Beatrice è una brava bambina e non dice nulla di scomodo per non ferire gli altri e per farsi volere bene dagli altri !!!
Bene. In questi giorni questo fuoco ha provato ad uscire in varie circostanze e non è stato facile !!!
Andare a scoprire in un paziente questi aspetti può comportare una difficoltà di gestione da parte nostra ma come paziente vi dico che a me ha colpito molto .. è doloroso si ma finalmente ho avuto a che fare con un professionista che guarda al di là del sintomo e non si limita a consigliarti una cura e se questa non funziona a dire che è colpa dello stress e devi prendere una pasticchina !!“

PERCHÉ BEATRICE HA RITENUTO DA BAMBINA DI DOVER ESSERE SEMPRE “ UNA BRAVA BAMBINA “?
perché se si è “ buoni “ la cosa non pesa .. se pesa è perché si reprime un lato più “ oscuro “.
Nei limiti di ciò che vorrà dire andremo più a fondo sulla questione .Ma solo RIBADENDO CHE QUESTA NON È LA FINALITÀ DELLA NOSTRA TERAPIA ( che però potremo portare avanti con qualcuno che ci è più in sintonia o affine e che soprattutto ADESSO CI AIITA A COMPRENDERE IL MARE MAGNUM CHE SI TROVA ATTORNO AD ATM, masticazione , digestione di cibo ed emozioni ) e COMUNICAZIONE che la zona rappresenta .
Lascio la domanda aperta perché Beatrice possa rispondere senza indirizzo da parte mia e vorrei che VOI TUTTI ATTRAVERSO LE VOSTRE DIRETTE ESPERIENZE ( siete tutti “ bravi ragazzi “) esprimiate questo concetto :

- PERCHÉ VOGLIAMO ESSERE “ BRAVI”
- COSA QUESTO PRODUCE DENTRO DI NOI
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Raffaella Romano
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Lun Apr 20, 2020 10:09 am
Lo leggo ogni giorno nella e mail di risposta ai lavori di Sveva (compiti) inviati alle maestre" Brava,sei una brava bambina, e ancora brava, mi raccomando sii brava e ancora...da brava bambina, aiuta la mamma, fai questo...e quell' altro per essere ancora più brava..."
E mi ritrovo bambina in un antico maledetto duale: io e mio fratello appena più piccolo. "Il bravo e il cattivo "
E’ in effetti una parola che viene usata se il bambino ha mangiato tutto, se non si è sporcato, se ha messo in ordine, se ha fatto un bel disegno… E’ una parola che viene abusataaaa. E questo uso distorto è talmente diffuso e ritenuto normale che anche i nonni, gli insegnanti, gli zii lo mettono in pratica.
Di conseguenza ci ritroviamo un bambino che si sente dire mille volte al giorno che è bravo ed altre mille volte al giorno che se non è bravo può andar in contro a punizioni, a ricatti, a dispiaceri e via dicendo....in paragoni e categorizzazioni che almeno per la mia esperienza hanno caricato me di una responsabilità non voluta nel non deludere le aspettative o perdere il" titolo"e mio fratello di abbandono e rinuncia ad ogni prova ...per dimostrare veramente se stesso, tanto lei ...sarà sempre migliore di me. La verità l'abbiamo però saputa solo lui e io a tal punto da paradossalmente legarci in un rapporto quasi morboso, lui di dipendenza e io....non lo so.
“Se non sei bravo non ti compro quel giocattolo“, “Se non sei bravo non arriva Babbo Natale“, “Devi essere più bravo altrimenti non andiamo d’accordo“… si potrebbe davvero continuare all’infinito...
Due sono gli errori principali che commettiamo nel dire “bravo” ad un bambino.Il senso che si dà a questa pseudolode è subdolo. Essere bravi, solitamente, vuol dire non aver fatto arrabbiare l’adulto, aver mangiato tutto quello che l’adulto ha preparato, vuol dire non averlo affaticato mentalmente e fisicamente (spesso infatti si dice “è bravissimo, è come non averlo!“). E’ come se lo ringraziassimo di averci reso la vita più" semplice". Di conseguenza i bambini associano l’essere bravi a tutte queste azioni che fanno felici mamma, papà o le insegnanti.E se si compie un’azione che rispecchia il nostro carattere ma non è in linea con le aspettative degli adulti si è inclini a bloccarla sul nascere.
Ancora ,dire “bravo!” può avere anche una valenza positiva: lodare il bambino perchè ciò che ha fatto o detto è degno di lode. Spesso però anche in questa occasione commettiamo un errore. Il bambino perde nel tempo la voglia di fare le cose per il sano piacere di farle e la sostituisce con il fare le cose per avere la nostra approvazione. E spesso mi é capitato.Questo atteggiamento lo porterà ad essere insicuro, a non seguire le proprie inclinazioni ma a ricercare sempre piuttosto l’approvazione ed il giudizio.
Ciò che ogni bambino o ragazzo ma anche ogni adulto ha bisogno è una risposta costruttiva che non abbia fini subdoli: ha bisogno di avere una risposta emotiva profonda in quel determinato momento che ci richiede attenzione.
Se un bambino ci mostra un suo disegno non liquidiamolo con un “bravo!” ma rispondiamo alla sua richiesta di parlare del suo lavoro, se è riuscito in un’impresa condividiamo la sua gioia dicendo che siamo contenti della sua riuscita, rispondiamo alla sua richiesta di attenzione con un sorriso, con parole diverse dal semplice e sbrigativo “bravo”. E al contrario se invece compie un atteggiamento sbagliato non riduciamo il tutto al fatto che non è stato bravo, spieghiamogli perché il suo comportamento è sbagliato!
Questa abitudine di usare il termine “bravo” in modo esagerato rispecchia le caratteristiche della nostra società. Ricercare, infatti, nel linguaggio comune detti popolari, modi di dire e frasi ricorrenti è un modo di entrare nel pensiero dominante dell’era in cui viviamo. E rispondere ad un bambino con tutti questi “bravo” è un modo per fargli comprendere cosa è" bene "e cosa non lo è, secondo il" pensiero comune". Ma se questo è cosa sana riguardo alle azioni che minano la sopravvivenza, non lo è affatto riguardo all’espressione "naturale ed istintiva " del bambino, che in questo modo viene bloccata. Ed il bambino così non impara ad ascoltare se stesso ma a seguire una norma esterna fissata dagli adulti. Come si può imparare ad essere se stessi crescendo così? Gli adulti di oggi fanno una fatica immensa a ritrovare il proprio io più autentico e Francesco me lo ha detto tante tante tantissime volte, perché hanno imparato certamente nel tempo ad essere "bravi" (sono degli esperti!) ma non hanno ricevuto un’educazione adatta alla scoperta dei propri talenti, diversi da individuo a individuo.
E quindi ci ritroviamo a diventare adulti "bravi "o, al contrario, "non bravi "e in ribellione con ciò che ci hanno insegnato. Ma anche in quest’ultimo caso non sappiamo davvero chi siamo, cosa ci piace, cosa ci realizza. Agiamo e pensiamo facendo il contrario di ciò che è considerato essere bravo. Ma chi siamo davvero non lo sappiamo neppure in questo caso.
In più dire bravo implica un giudizio e il bambino cresce con il bisogno onnipresente di essere giudicato dagli altri per essere accettato e accolto.
Lodare o “sgridare” è facile e spesso poco arricchente, partecipare emotivamente invece è impegnativo ma contribuisce a far sentire una persona importante, degna di attenzione.
Cerchiamo allora ,insegnanti, sacerdoti, genitori, maestri, me stessa (faccio fatica lo ammetto), di lodare e sgridare di meno e di partecipare emotivamente di più!... vi lascio con un passo meraviglioso di un libro che tempo fa ...mi consigliò un sant'uomo in mezzo a noi....

"Tanta poca immaginazione fa veramente disperare dell'uomo.
Credono di maturare perché hanno dei figli.
Credono di amare perché non osano più tradire la moglie.
Non avranno fatto altro che invecchiare.
Non avranno fatto altro che essere vecchi.
Guardami, me ne vado per i cammini dell'infanzia.
Ti devo un po' di soldi, quelli che ti ho preso per lanciarli a Dio.
Tu che conosci il prezzo delle cose, tu che delle cose non conosci che il prezzo, guarda, mi tolgo i vestiti.
...posso dunque andarmene nudo come una pietra, nudo come un filo d'erba, nudo come la prima stella nel cielo buio.
Abramo si è levato. Gli era stato domandato infinitamente. Gli era stato richiesto di abbandonare la famiglia, il paese, gli amici.
Si domanda sempre infinitamente a chi desidera con un desiderio infinito.
E Abramo si è levato, è partito.
E Mosè, e Davide, e tutti si sono levati, e nel gesto del levarsi han perduto i loro abiti di lingua, i loro abiti d'amicizia, i loro abiti di saggezza, e tutti hanno ricevuto l'infinito nel cuore messo a nudo.
A sua madre che insisteva perché rientrasse a casa, vergognosa di vederlo girovagare con una dozzina di fannulloni, Cristo ha risposto: dov'è la mia vera famiglia, chi sono i miei cari?
E sua madre non ha capito. Allora come potresti capire tu?
Ritorno alla mia vera famiglia.
Ritorno fra quanti son partiti senza più sapere chi fossero, dove andassero.
Oh padre io commerciante, oh padre mio che vorresti impedirmi di crescere, sai quanta violenza occorre per gioire di vera dolcezza?
Non sposo una chimera.
Non è la purezza che voglio. La purezza lascia l'impuro al di fuori di lei, e io non voglio più un di fuori, non voglio più saperne di una chiesa coi suoi angeli nel coro e i suoi diavoli sulla strada, il viso schiacciato contro le vetrate come dei poveri a Natale alle finestre del fornaio.
Voglio solo la vita nuda e fraterna.
Oh padre io ragionevole, padre mio ragionatore, ti hanno insegnato che c'era un posto per ogni cosa, hai dunque creduto che ci fosse anche un rango per ciascuno, e io vengo a dirti che non è così: non saremo in un certo ordine che in paradiso.
Nell'attesa di quel giorno che verrà, che necessariamente verrà, che indubbiamente verrà, nell'attesa di quel giorno in cui saremo pigiati in grembo a Dio come soldi in fondo a una tasca, voglio entrare in tutti i giardini chiusi, scavalcare tutti i muri di pietra, andare ovunque, in disordine.
Ieri sognavo principesse e cavalieri.
Oggi ho trovato qualcosa che è più grande del mio sogno.
L'amore ha risvegliato la mia vita assopita.
Ho trovato la vita e parto incontro a lei, mi batterò per lei e servirò il suo nome.
Parto. Che puoi fare per impedirmelo?
Ti lascio fino all'ultimo dei miei vestiti. Si trattengono le persone con tutto ciò che si dona loro.
Ti ho reso quanto mi hai dato, tranne la vita.
Ma la vita mi viene da qualcosa di superiore a te.
La vita mi viene dalla vita stessa, ed è verso di lei che vado, verso la mia amica dagli occhi di neve, mia piccola fonte, mia sola sposa.
La vita, nient'altro che la vita.
La vita, tutta la vita . "
C.Bibin( Francesco e l'infinitatmnete piccolo)
Buona Vita,amici..e mi raccomando
.."non fate i bravi"....e "desiderate" ...di un desiderio...infinito
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Raffaella Romano
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Lun Apr 20, 2020 10:09 am
Lo leggo ogni giorno nella e mail di risposta ai lavori di Sveva (compiti) inviati alle maestre" Brava,sei una brava bambina, e ancora brava, mi raccomando sii brava e ancora...da brava bambina, aiuta la mamma, fai questo...e quell' altro per essere ancora più brava..."
E mi ritrovo bambina in un antico maledetto duale: io e mio fratello appena più piccolo. "Il bravo e il cattivo "
E’ in effetti una parola che viene usata se il bambino ha mangiato tutto, se non si è sporcato, se ha messo in ordine, se ha fatto un bel disegno… E’ una parola che viene abusataaaa. E questo uso distorto è talmente diffuso e ritenuto normale che anche i nonni, gli insegnanti, gli zii lo mettono in pratica.
Di conseguenza ci ritroviamo un bambino che si sente dire mille volte al giorno che è bravo ed altre mille volte al giorno che se non è bravo può andar in contro a punizioni, a ricatti, a dispiaceri e via dicendo....in paragoni e categorizzazioni che almeno per la mia esperienza hanno caricato me di una responsabilità non voluta nel non deludere le aspettative o perdere il" titolo"e mio fratello di abbandono e rinuncia ad ogni prova ...per dimostrare veramente se stesso, tanto lei ...sarà sempre migliore di me. La verità l'abbiamo però saputa solo lui e io a tal punto da paradossalmente legarci in un rapporto quasi morboso, lui di dipendenza e io....non lo so.
“Se non sei bravo non ti compro quel giocattolo“, “Se non sei bravo non arriva Babbo Natale“, “Devi essere più bravo altrimenti non andiamo d’accordo“… si potrebbe davvero continuare all’infinito...
Due sono gli errori principali che commettiamo nel dire “bravo” ad un bambino.Il senso che si dà a questa pseudolode è subdolo. Essere bravi, solitamente, vuol dire non aver fatto arrabbiare l’adulto, aver mangiato tutto quello che l’adulto ha preparato, vuol dire non averlo affaticato mentalmente e fisicamente (spesso infatti si dice “è bravissimo, è come non averlo!“). E’ come se lo ringraziassimo di averci reso la vita più" semplice". Di conseguenza i bambini associano l’essere bravi a tutte queste azioni che fanno felici mamma, papà o le insegnanti.E se si compie un’azione che rispecchia il nostro carattere ma non è in linea con le aspettative degli adulti si è inclini a bloccarla sul nascere.
Ancora ,dire “bravo!” può avere anche una valenza positiva: lodare il bambino perchè ciò che ha fatto o detto è degno di lode. Spesso però anche in questa occasione commettiamo un errore. Il bambino perde nel tempo la voglia di fare le cose per il sano piacere di farle e la sostituisce con il fare le cose per avere la nostra approvazione. E spesso mi é capitato.Questo atteggiamento lo porterà ad essere insicuro, a non seguire le proprie inclinazioni ma a ricercare sempre piuttosto l’approvazione ed il giudizio.
Ciò che ogni bambino o ragazzo ma anche ogni adulto ha bisogno è una risposta costruttiva che non abbia fini subdoli: ha bisogno di avere una risposta emotiva profonda in quel determinato momento che ci richiede attenzione.
Se un bambino ci mostra un suo disegno non liquidiamolo con un “bravo!” ma rispondiamo alla sua richiesta di parlare del suo lavoro, se è riuscito in un’impresa condividiamo la sua gioia dicendo che siamo contenti della sua riuscita, rispondiamo alla sua richiesta di attenzione con un sorriso, con parole diverse dal semplice e sbrigativo “bravo”. E al contrario se invece compie un atteggiamento sbagliato non riduciamo il tutto al fatto che non è stato bravo, spieghiamogli perché il suo comportamento è sbagliato!
Questa abitudine di usare il termine “bravo” in modo esagerato rispecchia le caratteristiche della nostra società. Ricercare, infatti, nel linguaggio comune detti popolari, modi di dire e frasi ricorrenti è un modo di entrare nel pensiero dominante dell’era in cui viviamo. E rispondere ad un bambino con tutti questi “bravo” è un modo per fargli comprendere cosa è" bene "e cosa non lo è, secondo il" pensiero comune". Ma se questo è cosa sana riguardo alle azioni che minano la sopravvivenza, non lo è affatto riguardo all’espressione "naturale ed istintiva " del bambino, che in questo modo viene bloccata. Ed il bambino così non impara ad ascoltare se stesso ma a seguire una norma esterna fissata dagli adulti. Come si può imparare ad essere se stessi crescendo così? Gli adulti di oggi fanno una fatica immensa a ritrovare il proprio io più autentico e Francesco me lo ha detto tante tante tantissime volte, perché hanno imparato certamente nel tempo ad essere "bravi" (sono degli esperti!) ma non hanno ricevuto un’educazione adatta alla scoperta dei propri talenti, diversi da individuo a individuo.
E quindi ci ritroviamo a diventare adulti "bravi "o, al contrario, "non bravi "e in ribellione con ciò che ci hanno insegnato. Ma anche in quest’ultimo caso non sappiamo davvero chi siamo, cosa ci piace, cosa ci realizza. Agiamo e pensiamo facendo il contrario di ciò che è considerato essere bravo. Ma chi siamo davvero non lo sappiamo neppure in questo caso.
In più dire bravo implica un giudizio e il bambino cresce con il bisogno onnipresente di essere giudicato dagli altri per essere accettato e accolto.
Lodare o “sgridare” è facile e spesso poco arricchente, partecipare emotivamente invece è impegnativo ma contribuisce a far sentire una persona importante, degna di attenzione.
Cerchiamo allora ,insegnanti, sacerdoti, genitori, maestri, me stessa (faccio fatica lo ammetto), di lodare e sgridare di meno e di partecipare emotivamente di più!... vi lascio con un passo meraviglioso di un libro che tempo fa ...mi consigliò un sant'uomo in mezzo a noi....

"Tanta poca immaginazione fa veramente disperare dell'uomo.
Credono di maturare perché hanno dei figli.
Credono di amare perché non osano più tradire la moglie.
Non avranno fatto altro che invecchiare.
Non avranno fatto altro che essere vecchi.
Guardami, me ne vado per i cammini dell'infanzia.
Ti devo un po' di soldi, quelli che ti ho preso per lanciarli a Dio.
Tu che conosci il prezzo delle cose, tu che delle cose non conosci che il prezzo, guarda, mi tolgo i vestiti.
...posso dunque andarmene nudo come una pietra, nudo come un filo d'erba, nudo come la prima stella nel cielo buio.
Abramo si è levato. Gli era stato domandato infinitamente. Gli era stato richiesto di abbandonare la famiglia, il paese, gli amici.
Si domanda sempre infinitamente a chi desidera con un desiderio infinito.
E Abramo si è levato, è partito.
E Mosè, e Davide, e tutti si sono levati, e nel gesto del levarsi han perduto i loro abiti di lingua, i loro abiti d'amicizia, i loro abiti di saggezza, e tutti hanno ricevuto l'infinito nel cuore messo a nudo.
A sua madre che insisteva perché rientrasse a casa, vergognosa di vederlo girovagare con una dozzina di fannulloni, Cristo ha risposto: dov'è la mia vera famiglia, chi sono i miei cari?
E sua madre non ha capito. Allora come potresti capire tu?
Ritorno alla mia vera famiglia.
Ritorno fra quanti son partiti senza più sapere chi fossero, dove andassero.
Oh padre io commerciante, oh padre mio che vorresti impedirmi di crescere, sai quanta violenza occorre per gioire di vera dolcezza?
Non sposo una chimera.
Non è la purezza che voglio. La purezza lascia l'impuro al di fuori di lei, e io non voglio più un di fuori, non voglio più saperne di una chiesa coi suoi angeli nel coro e i suoi diavoli sulla strada, il viso schiacciato contro le vetrate come dei poveri a Natale alle finestre del fornaio.
Voglio solo la vita nuda e fraterna.
Oh padre io ragionevole, padre mio ragionatore, ti hanno insegnato che c'era un posto per ogni cosa, hai dunque creduto che ci fosse anche un rango per ciascuno, e io vengo a dirti che non è così: non saremo in un certo ordine che in paradiso.
Nell'attesa di quel giorno che verrà, che necessariamente verrà, che indubbiamente verrà, nell'attesa di quel giorno in cui saremo pigiati in grembo a Dio come soldi in fondo a una tasca, voglio entrare in tutti i giardini chiusi, scavalcare tutti i muri di pietra, andare ovunque, in disordine.
Ieri sognavo principesse e cavalieri.
Oggi ho trovato qualcosa che è più grande del mio sogno.
L'amore ha risvegliato la mia vita assopita.
Ho trovato la vita e parto incontro a lei, mi batterò per lei e servirò il suo nome.
Parto. Che puoi fare per impedirmelo?
Ti lascio fino all'ultimo dei miei vestiti. Si trattengono le persone con tutto ciò che si dona loro.
Ti ho reso quanto mi hai dato, tranne la vita.
Ma la vita mi viene da qualcosa di superiore a te.
La vita mi viene dalla vita stessa, ed è verso di lei che vado, verso la mia amica dagli occhi di neve, mia piccola fonte, mia sola sposa.
La vita, nient'altro che la vita.
La vita, tutta la vita . "
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Lun Apr 20, 2020 11:31 pm
Rispondo solo ora perché mi trovo d'accordo su tutto quello che avete scritto e preferisco più ascoltare gli altri che parlare in prima persona.

Definisco "bravo" detto ad un bambino come traduzione di "sei prevedibile, non mi fai paura, ho l'illusione di controllarti"; questo è uno stereotipo che viene tramandato da tempo immemore e che ha "colpito" tutti coloro che non riescono a superare le parole e vedere la vera sorgente emotiva. Se non arriva l'illuminazione che ti permette di uscire fuori da questo circolo vizioso, il "bravo" sarà l'ancoraggio di nplenniana memoria che: il bambino vorrà sentire perché ha seguito il protocollo che gli era stato imposto e avrà una scarica di emozioni misti tra accettazione, orgoglio etc invece il genitore che pronuncia la formula magica riceverà la "tranquillità" poiché i suoi schemi psicologici saranno confermati.


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Francesco Deodato
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Mar Apr 21, 2020 7:46 am
Gran belle riflessioni ...
esiste quindi un essere che nasce con proprie caratteristiche, attitudini , tendenza , e finisce per essere “ polarizzato “ dal “ giudizio “,
Condividete ?
Perché se c’è un genitore che polarizza o una società , una religione che polarizza dicendo cosa è giusto e cosa no, cosa va fatto e cosa no , quando si è bravi e quando cattivi , quando all’altezza e quando no, altrettanto esiste l’essere che capta questa possibilità di divisione, di scissione tra le possibilità e sceglie ( più o meno consapevolmente- anzi troppo spesso inconsapevolmente ) ciò che lo aggrada o che gli è necessario .
La più grande paura che vincola questa scelta riguarda a mio avviso “ l’abbandono “, , “ il nutrimento affettivo “, ovvero “ se non sono così ... tu non mi vuoi bene , mi lasci da parte “ all’inizio .
Successivamente subentra la paura della punizione ( se non sono così mi punisci ) ed ancora più avanti la mancanza di autostima ( “ sono sbagliato perché non sono così “....
CONDIVIDETE?
Abbiamo quindi la “ necessità “ di scegliere , e la scelta oltre a non trovarci preparati ne’ potenzialmente in grado , ci è vincolata da un GIUDIZIO ( GIUSTO VS SBAGLIATO )
L’armonia esistente inizialmente fondata solo sul “ vivo “ ai rompe perché comincia IL DUBBIO
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Beatrice Marasco
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Mar Apr 21, 2020 8:50 am
Ho scritto in contemporanea a Francesco. Ma temo che mi abbia cancellato tutto Crying or Very sadCrying or Very sadCrying or Very sadCrying or Very sadCrying or Very sadCrying or Very sad
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Riccardo
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Mar Apr 21, 2020 8:56 am
Belle domande, perché vogliamo essere bravi e cosa produce in noi.
Io ovviamente parlo per me. Tutto comincia nell’infanzia:
- ottenere l’attenzione dei miei genitori: ho un fratello più piccolo di me di un anno e siamo cresciuti insieme fino ai miei 23 anni. Caratterialmente siamo completamente diversi. Lui lunatico ma estroverso, io serafico ed introverso. Da piccolo lui una peste, io un angioletto. Non ho mai capito se il mio carattere si sia formato in risposta al suo o è stato il contrario. Per quanto io ricordi però l’essere definito “bravo” dai miei genitori mi nutriva dell’attenzione che non avevo poiché i comportamenti “cattivi” di mio fratello calamitavano le loro attenzioni. Mi son sempre sentito dire “sopportalo, non lo fare arrabbiare, tu sei più grande”
- Paura di sbagliare: errare sarà pure umano, ma mi ha sempre creato grande disagio, frustrazione. La paura di essere deriso pubblicamente, additato come asino, sciocco, sprovveduto, di stare nel torto mi provoca ancora oggi una forte inquietudine. Meglio seguire le regole. Nelle mie scelte ho cercato sempre di orientarmi verso la sfida alla mia portata, anzi meglio ancora se era leggermente più facile. Le volte in cui non potevo scegliere e venivo messo di fronte a sfide per me insuperabili ho vissuto dei traumi che non ho ancora superato. Vi spiego. Ho frequentato il conservatorio tra i 10 e i 15 anni, organo e composizione organistica perchè a pianoforte non c’erano posti. Nella classe di solfeggio ero il più piccolo e dopo pochi giorni dall’inizio del corso mi mandarono direttamente a frequentare il terzo (cioè l’ultimo anno) tanto ero bravo. Ma con lo strumento ho avuto molte difficoltà. Ho avuto 2 insegnanti diversi, e con nessuno dei due sono riuscito ad andare oltre il primo anno. Bocciato per 4 anni di fila. Voi immaginate cosa poteva significare per me e per i miei genitori un fallimento di questa portata. Io che a scuola ero da sempre il primo della classe, mai un passo falso, sempre bravo, bravissimo, super bravissimo... alla fine ho lasciato , ma per non deludere i miei genitori non ho avuto il coraggio di farlo subito. Ho aspettato prima che lo facesse mio fratello “il ribelle” e poi l’ho fatto anch’io. E comunque li ho delusi lo stesso.
- Senso morale: la paura di essere giudicati influenza anche la mia quotidianità. Non sono un fervente cristiano, non lo sono mai stato, ma spesso mi comporto come se avessi qualcuno che mi giudica dall’alto dei cieli. Senso civico? Morale? Boh... anche se devo parcheggiare in un parcheggio vuoto, guai a parcheggiare fuori dalle strisce. Faccio manovra e la sistemo meglio. Forse è la sicurezza di stare negli schemi, rispettare le regole mi dà la sensazione di avere il controlllo (illusorio) della mia vita e della mia persona. Perché in realtà in questo mondo di controllo ne abbiamo veramente poco...
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Francesco Deodato
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Mar Apr 21, 2020 9:04 am
Bellissimo
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Federica Papacchini
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Mar Apr 21, 2020 1:57 pm
Buongiorno!

Sarà il brutto tempo, sarà l’isolamento che ci obbliga all’introspezione, sarà che i vostri contributi mi hanno toccato nel profondo, ma anche io voglio raccontarvi la storia di Federica.
Io sono sempre stata una brava bambina e poi sono diventata una brava ragazza, una brava studentessa, una brava pallavolista, una brava compagna, una brava odontoiatra, una brava collaboratrice. Non so chi sia stato il primo che mi abbia marchiato a fuoco, ma ho sempre gratificato le aspettative altrui ed onorato la fiducia che genitori, amici, professori, allenatori, colleghi riponevano in me.
Vi devo dire che “essere brava” ha rappresentato anche una sicurezza, una sorta di guida, perché avevo sempre il conforto che stavo facendo la cosa giusta. Avevo le regole e sapevo che seguendole e rispettandole avrei centrato l’obiettivo.
Non mi sono mai ribellata all’etichetta di “brava”, non ho mai voluto essere diversa da quello che ero, non mi sono mai sentita di nascondere o reprimere nessun’altra me, anche quando raggiungere il “traguardo” ha richiesto impegno, sacrificio ed abnegazione molto o troppo elevati.
Poi la vita mi ha presentato il conto. Volevo essere madre perché l’istinto materno è stato sempre parte di me: madre lo sono da sempre nell’aiuto ai compagni di scuola, degli amici, nel sostegno dei più deboli, nel rispetto delle persone e della natura, nell’amore per la famiglia. Ma questa volta ho sperimentato tutta la fallibilità dei “bravi”: 5 anni di delusioni per una maternità mai arrivata, passati tra false speranze, aborti, diagnosi di infertilità “sine causa”, con un corpo che subdolamente e silenziosamente ha iniziato a boicottarsi con tiroidite e gastrite autoimmuni.
La regola del mio impegno, la regola delle regole e dell’essere bravi stavolta non ha funzionato, perché in questo caso le regole non servono e non valgono! E se pure ho vicino un compagno che non si aspetta nulla da me se non stare con me, e viceversa, mi sono sentita addosso tutto il peso di vivere in una società in cui una donna senza figli è una donna a metà. “Dottoressa, ma lei che è così brava con i bambini come mai non fa un bambino tutto suo?” “Federica, hai 40 anni, non aspettare troppo, altrimenti sarai una mamma nonna!” “Ehi, ma una coppia così bella, senza figli?” “Dai, anche Gianna Nannini ha fatto un figlio a 50 anni!” “Una casa così grande…in due? Prendetevi un cane!” “Su, che sarà mai abortire, è la selezione naturale! E poi se hai abortito vuol dire che i figli puoi averne!”. Il video inviato da Riccardo “The power of Empathy” sembrava fatto apposta per me.
Non vi nascondo che il peso di queste aspettative disattese ha messo a dura prova la mia autostima. Per un lungo periodo, per fortuna brillantemente superato, ho vissuto con la paura di non essere più “brava” a far nulla.
Francesco tempo fa ci aveva chiesto di metterci a nudo e di presentarci, penso di averlo fatto oggi partendo dai punti più profondi e dolenti. Non mi sono mai aperta così. So a malapena che aspetto avete, ma sento molto la vostra sensibilità e la vostra empatia e questo mi basta. Grazie!
Ora però aspetto consigli su oli, punti di agopuntura, suggerimenti di ogni tipo perché è forse un anno che non piangevo e non riesco più a fermarmi!
Un abbraccio a tutti!
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Francesco Deodato
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Mar Apr 21, 2020 2:06 pm
Intanto Fede nel ringraziarti dal più profondo ti dico ( e Ludovica potrà confermarlo ) che esiste un solo modo per togliere pesi e dolori dal cuore , ed è il pianto .
Vi girerò il link di una bella tesi fatta proprio su questo da una scuola di agopuntura rinomata .
Presto dirò ciò che penso e credo che qui Ludovica potrà esserti estremamente utile
Un abbraccio forte e COMPLIMENTI PER LA FORZA ESPRESSA
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nicholaus
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Mar Apr 21, 2020 5:51 pm
Perché Beatrice non avrebbe dovuto ritenere giusto di essere sempre una brava bambina?
Non è una provocazione la mia.
Immagino che abbia cercato di compiacere le figure che per lei erano di riferimento. E, fintanto che è stata bambina, ha fatto bene. E quando è cresciuta avrebbe comunque sbagliato a ribellarsi a prescindere.
Personalmente molti (dei pochi ) risultati nella vita li ho conseguiti “bravo bambino”, dando retta controvoglia. E poi dopo mi sono trovato a dover ammettere che avevo torto, menomale mi sono sforzato di non fare ciò che avrebbe compiaciuto me stesso all’inizio, ma gli altri. Certo! Gli altri erano persone che volevano il mio bene. Mi avrebbero voluto bene se non si fossero “imposti”?
E devo ammettere che se avessi fatto più spesso il bravo bambino controvoglia, forse avrei ottenuto qualcosa in più che ora avrebbe reso lieto me, non altri.
Beatrice avrà cercato di essere una brava bambina perché le sarà stato detto che rispettare le regole è giusto.
Non credo assolutamente che il rispetto delle regole in sé sia sbagliato.
Gli impressionisti passano alla storia come la corrente artistica che più ha rotto col passato. La loro grandezza non sta nell’aver spaccato tutte le regole dei maestri che li hanno preceduti, ma di averne proposte nuove altrettanto valide. Infatti oggi nei musei di “arte” contemporanea vediamo molte opere di tanti sedicenti artisti che hanno travisato il valore delle regole.
Poi si può discutere riguardo a chi, cosa e quali regole abbiamo cercato di compiacere, ovviamente, ma credo che, in quel caso, sia la risposta ad un’altra domanda.
Non volevo fare un intervento contro corrente per sfizio , ho solo espresso il punto di vista di una persona che non hai mai voluto fare il bravo bambino e che nemmeno ora tende ad esserlo. Non sono stato cattivo nel senso di violento, però molto agitato e molto ribelle. Alla scuola elementare mi beccavo tutti, tutti, tutti i santi giorni i compiti di punizione delle maestre. In seconda superiore ho rischiato il 7 in condotta, cioè la bocciatura. Mi sono menato più volte dentro e fuori dalla scuola (…avevo scritto che non ero violento?). Al tempo dell’università, quando si suppone che uno sia cresciuto, maturo, adulto, riuscivo a far caciara anche nell’aula magna degli Istituti Biologici, il fratello di Ricca ne può dare innumerevoli testimonianze. Anche oggi, quando bisticcio con i miei, lo faccio (lo facciamo, perché anche i miei genitori vendono cara la pelle…senza menarsi…) in una maniera così “colorita” che forse per i meridionali sarebbe impensabile, ma che persino agli occhi di un’ordinaria famiglia toscana come la mia risulterebbe ugualmente un po’ fuori dalle righe.
Quindi ho scritto questa specie di elogio del bravo bambino perché alcune occasioni a me sono sfuggite per non esserlo stato. Le energie si trattengono, ma si dissipano anche.
Ovviamente questa piccola storiella non è da assolutizzare.
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Francesco Deodato
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Mar Apr 21, 2020 8:45 pm
Grande Niccolo !
Condivido il pensiero perché in realtà ritengo che “ non esista una regola “ , esiste un’offerta ed una richiesta , esiste una regola / imposizione / consiglio ma esiste anche chi lo vuole / accetta .
Le tue righe però mi fanno riflettere in senso opposto : ti dici che “ quel poco che hai fatto “lo hai fatto per consigli o indirizzi esterni.
Ritieni quindi che se tu avessi espresso più a pieno la tua indole non saresti riuscito in nulla ?
Ritieni che i parametri all’interno dei quali ti valuti siano assoluti ?
Io penso che ti stia valutando te stesso sempre all’interno di uno standard ( sociale / professionale / educativo / religioso / scolastico ) che appartiene al sociale , non al naturale .
Che poi sia necessario vivere nel sociale e lavorare per campare appartiene ad un altro ragionamento.
Chi ti dice che tu non avessi altri talenti che magari non sei riuscito ad individuare e canalizzare ?
OVVIAMENTE È UNA RIFLESSIONE GENERALE .
Il PUNTO CENTRALE CHE ASPETTAVO A PORRE e che adesso posso esprimere e’ che “ QUALSIASI COSA SI FACCIA ESISTE SEMPRE UN DUBBIO, un’alternativa opposta “ e che io penso che sia in questo logorio tra le alternanze che si crea la sofferenza
Mi esprimerò meglio dopo ma credo vivamente che se si sviluppasse la capacità di vivere accettando ciò che di buono ma anche di apparentemente cattivo , di giusto na anche di apparentemente sbagliato ... se si ELIMINASSE IL GIUDIZIO SU NOI STESSI ( e si eliminerebbe il giudizio su tutti ) si vivrebbe più in armonia con ogni evento , ascoltando meglio se stessi .
Spesso l’errore , la sofferenza , una strada sbagliata ... sono ASSOLUTAMENTE NECESSARI alla crescita , a scoprire noi stessi attraverso il confronto con le situazioni e con gli altri

Per questo mi sento molto affine a Krishnamurti nell’idea che occorra liberare il pensiero , la mente , perche essa produce solo dubbi e disorientamento. Occorre imparare ad osservare ciò che accade in noi come un osservatore esterno e muoverci come sentiamo di fare.
Inoltre ( questo è il PUNTO FOCALE DEL DISCORSO) , la filosofia taoista ( su cui si fonda la medicina classica cinese di cui sentite spesso parlare ) , ci apre una nuova visione della vita , che ha modificato moltissimo la MIA VITA quando anch’io cercavo “ per colpa di chi “ avessi alcune cose che non mi tornavano ...
L’uomo sceglie di incarnarsi in una specifica realtà è specifica famiglia per adempiere a “ questioni “ irrisolte nelle altre vite .
Ovviamente non serve credere nel karma , nella reincarnazione o altro per sposare questa tesi .. è sufficiente pensare che la nostra vita sia un susseguirsi di circostanze che in qualche modo scegliamo di incrociare per adempiere ad un cammino spirituale .
Se volessimo espandere il concetto nelle attuali tendenze potremmo lontanamente pensare ad una “ legge di attrazione “ o teorie quantistiche....
Ma non perdiamoci nei dettagli o aumentano i contraddittori .. in pratica CIÒ CHE ACCADE NON ACCADE PER CASO E DEVE PORTARCI A CRESCERE . Ciascuno nella propria direzione individuale affinché si completi
Peraltro una delle cose più belle della medicina cinese e’ l’attenzione che pone ad una struttura definita “ protettore del cuore ( equivalente come immagine al pericardio ma molto più complessa ed articolata ) che ci insegna come molto spesso quando in noi si presenta un problema forte questo sistema “ lo camuffi “ affinché il cuore sia protetto e l’individuo soffra meno possibile.
Così spesso si finisce per nascondere a noi stessi i nostri veri “ aspetti “ trasferendoli su altri o su altre motivazioni di impossibilità “ se avessi potuto ..”, “ se non fosse stato per ..” ecc ecc
E SE COMINCIASSIMO A PENSARE CHE LA PERSONA CHE ESPRIMIAMO È SOLO UNA DELLE POSSIBILITÀ CHE ABBIAMO PER ESPRIMERCI ? che per qualche motivo dobbiamo comprenderlo per capire che potremmo essere altro e decidendo di essere “ altro “ potremmo smettere di avere tanti dolori e disturbi ?
Esistono casi di personalità multiple in cui i soggetti manifestano problemi di salute ( anche con esami strumentali) solo in UNA delle personalità e non in altre .
Se non sono chiaro chiedete pure
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Mar Apr 28, 2020 12:29 pm
Ringrazio ognuno di voi per le esperienze che state condividendo.

Vi racconterò di Francesco e del percorso che sta facendo per superare la corrente che lo porterebbe verso una "vita serena, scelta sicura blablabla".
Ho sempre voluto fare il medico, da ragazzetto mi portavo dietro il kit di pronto soccorso quando andavamo a fare le girate in bicicletta con gli amichetti. Poi l'università, entro ad odontoiatria. Wow, super risultato: immensa felicità dell'epoca. Contemporaneamente inizio il conservatorio perché avevo capito che le percussioni erano il mio strumento: inizio il conservatorio perché "le cose vanno fatte per bene ed un titolo in più non fa male". Tutto andava per il meglio ma, a 22 anni, vado a fare la mia prima masterclass di timpani a Milano. Lì ho una rivelazione e capisco che "da grande" vorrò fare il timpanista. Punto. Non ci sono né se né ma. Sono passati sette anni ed ancora mi ricordo la scintilla, la sensazione di esplosione e chiarezza che ho percepito in quel momento. Scusate il francese: mo' so' cazzi. Come farai a dire alla tua famiglia che vuoi abbandonare la "strada sicura, la scelta migliore" per gettarti nel buio più profondo di quella che potrebbe essere una scelta scellerata (a giudizio degli altri, ovviamente)?
Scusate il preambolo, qui inserisco dei pensieri su gli schemi che si sedimentano in noi; scrivo "sedimentano" perché nel mio caso non ho avuto forzature nelle mie scelte ma solo “calde raccomandazioni”. Per alcuni aspetti sto realizzando, proprio in questa quarantena, che aver seguito entrambi i motori umani (ragione e sentimento) è proprio quell'atto di "osservazione distaccata e agire" che ti permette di essere sereno alla fine della giornata.
Riprendo il racconto e sintetizzo. Credo fermamente che se percepisci nel tuo profondo la direzione che vuoi intraprendere, niente e nessuno te lo potrà impedire; come arrivarci è sono una questione di tempo ed ingegno.

Mi permetto di commentare Niccolò. Guardarsi indietro e vedere dove avresti potuto accorciare o cambiare qualche passo ti potrà servire solo a scopi elucubrativi, perché credo che l'universo ti riproponga, cambiandole aspetto, la stessa "lezione da imparare" fino a quando non l'avrai appresa.

Intervengo sul commento di Omonimo. Un paio di settimane fa ho letto "Il gioco interno del tennis" di Timothy Gallwey: racconta in parole moderne come riuscire a "osservarsi e lasciar accadere". È buffo come pur "sapendo" un concetto, fin quando non trovi la chiave di lettura questo non ti illumini.
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Beatrice Marasco
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Ven Mag 01, 2020 9:52 am

"Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso,
e la saggezza per riconoscere la dfferenza."
Reinhold Niebuhr
Stamattina “per caso “ ho letto questa frase che mi ha fatto pensare molto .
Sto affrontando un periodo di grande introspezione e di grande crisi .
La pausa forzata per una iperattiva come me che ,pur di non fermarsi a riflettere si riempie di cose da fare ,è veramente una dura prova.. poi aggiungiamoci il vaso di Pandora che è stato scoperchiato e abbiamo fatto Bingo !!!
Mai come ora mi sono trovata a fare i conti con la Beatrice bambina , a cercare di capire il perché di alcune mie dinamiche .
Sono sempre stata una figlia modello brava a scuola, brava in casa , disponibile , che non chiedeva nulla ,che è sempre riuscita ad avere la borsa di studio e a lavoricchiare pur di mantenersi all’università.
Perché l’ho fatto ?? Perché avevo il sogno di laurearmi e i miei genitori non potevano certo permettersi di mantenermi all’università
Quando ero piccola un incendio ha bruciato la ditta che aveva creato mio nonno e abbiamo perso tutto .
Mio padre , insegnante ha chiesto il trasferimento dall’Amiata a Siena così da poter dare a noi figli più opportunità e si è rimboccato le maniche .
Casa in affitto, 3 figli e tanti sacrifici
Io dopo quell’ incendio sono cambiata profondamente, ho visto mia mamma piangere tante volte , come potevo essere un peso ??

Ma sono felice di essere stata una brava bambina con 2 genitori che mi hanno dato tanto amore e che risceglierei altre 1000 volte !

Il problema è che questa mia “modalità relazionale “ mi è rimasta addosso
Anche nel matrimonio mi sono caricata tutto sulle spalle , per anni ho avuto paura di perdere una persona che con la scusa di essere “ sfortunato “ negli affari ha gravato me di tutta la gestione economica . La cosa assurda è che mi davo anche la colpa perché non sono riuscita a comprare una casa grande come lui desiderava !!

In questi giorni ho pensato tanto e mi sono anche un po’ chiusa in me stessa , ho passato momenti di tristezza , di rabbia , momenti in cui mi sono insultata ,
momenti in cui avrei voluto piangere tutte le mie lacrime ..

Alla fine però ho pensato che è assurdo stare così male per errori che ho fatto,per un passato che non posso cambiare
Ma posso lavorare su questa mia bassissima autostima , sul fatto che mi riduco a “ zerbino “ per non perdere l’amore ... non è facile ma ho voglia di farcela e di ribellarmi a questi miei schemi mentali !!!

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Beatrice Marasco
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Ven Mag 01, 2020 9:53 am
La cosa positiva a livello clinico è che i click e il fastidio sono notevolmente diminuiti !!!
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Francesco Deodato
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Ven Mag 01, 2020 4:51 pm
Buonasera a tutti
Io credo che giocoforza questo momento di stop forzato stia mettendo tutti nella condizione di diversi guardare dentro . Un’introspezione forzata che riapre in ciascuno di noi le “ stanze più buie “ quelle stanze in cui abbiamo messo le cose che non volevamo vedere, i dolori , le paure , le delusioni , gli insuccessi.., e molto altro , per tenerli li nascosti in primi a noi stessi e - chissà - per risolverli in altri momenti.
Scavando nella nostra profondità tutti troviamo qualcosa di irrisolto , qualcosa che addirittura abbiamo modificato a noi stessi , attribuendo colpe ad altri , incensando le nostre figure , per andare avanti , costruirci una stima ove questa fosse carente , ove la sensazione di essere piccoli e fragili prevalesse su quella di forza e capacità .
In altri casi il giudizio è stato rivolto contro di noi producendo vergogna e senso di colpa che squartano il petto perché nel petto si fissano , bloccando il respiro .
Ma in questo momento qualcosa ci sta “ costringendo “ , “stringendo “ nel vero senso del termine , “ spremendo “ , e sta venendo fuori tutto ciò che abbiamo dentro e che siamo davvero .
Concordo con Francesco relativamente al fatto che la vita “ sino a quando non hai superato la prova “ te la rimette davanti , sotto varie forme ma con lo stesso identico fine .
E che in genere si tratti di quella prova per la quale ti hai scelto di venire al mondo , Quella prova che incompiuta nel Cielo tu hai riportato in terra perché trovasse compimento .
Generalmente si tratta di paura ma sotto vari aspetti :
Paura di morire , di fallire ,dell’intimità dei dei rapporti , di non avere abbastanza , di non essere compreso , di non riuscire ad avere potere ecc ecc ..
Sono tante paure che ogni giorno accomunano tutti noi ma in genere dietro ad esse una prevale , e quella definisce la nostra TIPOLOGIA E COSTITUZIONE , la nostra FORMA FISICA e la nostra ESPRESSIONE EMOTIVA .
Questo vuol dire conoscere le Tipologie Cinesi sostanzialmente ..
Comprendere dietro un’espressione genotipica ( costituzione ) e fenotipica ( temperamento ) quale PAURA si nasconde
E questo se si ha la forza di rivedersi bambini riesce più semplice scorgerlo perché la vita fa si che si costruiscano maschere atte proprio a nascondere ( prima agli altri e poi a se stesso perché la maschera si impossessa dell’uomo ) queste vulnerabilità e paure ( la vecchia storia della volpe e l’uva)
Ultima considerazione sull’OBBIETTIVO che tutti noi ci poniamo .
Vi siete resi conto che qualunque obbiettivo posto riusciamo a perseguire non ci appaga mai davvero perché subito dopo ne appare un altro almeno altrettanto importante e stiamo passando una vita intera a cercare qualcosa che ci permetta di essere felici ?
L’obbiettivo è anch’esso un “ alibi “, una distrazione che il nostro sistema si pone per giustificare la nostra reale insoddisfazione...


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Riccardo
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Dom Mag 03, 2020 8:32 am
Io provocatoriamente rispondo che io obbiettivi non me ne pongo, sono gli altri che me li mettono davanti (padre, madre, moglie, figli, amici), è la Stato con le sue tasse e le sue regole, è la vita. Io per soddisfare le esigenze degli altri mi impegno affinché loro siano felici e faccio in modo che quegli obbiettivi siano anche i miei. Un po’ come diceva Beatrice con la questione della casa e di suo marito. Anche adesso per esempio, mi sto chiedendo “ma chi me l’ha fatta a fare di accettare la proposta di Francesco di entrare in questo gruppo? È il MIO obbiettivo?”.
Io penso che se fossi nato in un’altra epoca o in un altro luogo sarei stato un eremita, un monaco solitario e contemplativo. Io solo ci sto bene, per mia natura parlo poco e col passare del tempo mi rendo conto, essendo costretto a stare in mezzo alla gente, che mal sopporto di relazionarmi con gli altri. Esternamente appaio cordiale, affabile, ecc, mentre intanto penso “che ci sto a fare qui? Perché sprecare tanto fiato e tante energie? Facciamo quello che dobbiamo fare, in silenzio possibilmente, e poi ognuno per la sua strada”.
Vi faccio un altro esempio: una decina di anni fa circa mio padre ha avuto l’idea di creare uno studio dentistico nuovo. Di sana pianta. Francesco lo sa perché il progetto l’avevo iniziato quando bazzicavo ancora dalle sue parti. Dopo 10 anni e sacrifici enormi (e non sto ancora a niente considerando quanti mutui e leasing ho acceso) finalmente il 18 febbraio ho aperto il nuovo studio. Poi il 12 marzo ho chiuso per la pandemia...
Al di là della pandemia (io la chiamerei sfiga epocale) non sono mai stato sicuro di volere un nuovo studio. Però ho fatto mio il progetto di allargare l’attività (perché le cose andavano bene, perché ho altri 2 fratelli che ci potevano dare una mano, ecc) e l’ho aiutato a realizzarlo fino a convincermi che fosse anche una mia idea.
Mio padre è un po’ come Francesco: un vulcano che non si spegne mai, anche se sembra tranquillo e non lo sentì da un po’, stai certo che è pronto ad eruttare e la sua lava ti colpirà.
A Francesco l’ho confessato: io di questo progetto, o meglio, della mia partecipazione a questo progetto non sono convinto. Però gli ho promesso che mi sarei impegnato... non è un mio obiettivo, stavo tanto bene (o forse no?!) per i cavoli miei, c’avevo già tante cose a cui pensare... ci mancava pure il “nuovo progetto ATM di Francesco”... (l’avevo detto all’inizio che sarei stato provocatorio)
Chiudo con una frase presa da una serie televisiva Anglo-nipponica che vi consiglio di vedere su Netflix. Si chiama Giri/Hagi, che in giapponese vuol dire Dovere/Vergogna.
Fa più o meno cosi: “Puoi vincere tante battaglie, ma non quella che combatti contro la tua natura”.
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Francesco Deodato
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Dom Mag 03, 2020 9:24 am
Ahahah buongiorno Ricca !
Quello che esprimi non credo sia provocatorio , credo sia vero e sentito conoscendoti e credo sia assolutamente doverosi percepirlo ed esprimerlo . Così come doveroso è uscire da strade che non senti tue piuttosto che starci dentro per far piacere ad altri . Se il tuo destino fosse quello di essere un contemplativo tu staresti andando contro la tua natura e questo potrebbe portarti ad ammalarti nel tempo ..
Io personalmente ho “ invitato “ delle persone / amici che ritenevo sensibilmente pronte e indicate a trasferire un messaggio , una modalità di osservazione delle cose assolutamente diversa da quella che mediatamente si attua in giro , per dare continuità alla stessa credendo nell’apporto che questa può dare alla salute dell’individuo . In pratica “ come vorrei che curassero me se stessi male “ , perché deriva da una serie di osservazioni e studi su me stesso , perché quando avevo bisogno ( credo di non prendere un raffreddore ormai da 30 anni forse ) mi curavano “ come si continua a curare oggi “, senza voglia di comprendere ... perché come tu hai scritto tempo fa in altri post.. si fa fatica a star dietro a tutto , allora meglio non vedere ed andare avanti .
Questo in realtà è il vero motivo che mi spinge a diffondere la cosa . Io sto dedicando tempo ma queste cose le so ,quindi se anche la questione portasse uno sforzo eccessivo ( e per carità lo capisco assolutamente) è assolutamente giusto e doveroso per se stessi e per gli altri venirne fuori . Non devi preoccuparti e nessuno deve preoccuparsi perché occorre che questo si senta dentro , che sia conforme ad una natura . Lo sforzo in realtà serve solo a far emergere la propria vera natura per comprendere se si sta seguendo o se ci si sta allontanando ...ed occorre essere onesti con essa per vivere una vita vera . L’invito da parte mia era doveroso perché se non lo avessi fatto avrei “ mancato “ ad un mio criterio interiore , ma “ accettare un invito “ ha tante altri parametri da valutare ... e vanno valutati tutti.
Dopo qualche anno dalla laurea mi offrirono di lavorare a milano in via monteNapoleone a delle cifre esorbitanti : rifiutato
Ho vinto il concorso da ricercatore in università per diventare associato e far carriera li : rifiutato
Mi hanno offerto quando è stato creato il posto da tutor all’ospedale di Pitigliano a 3.500€ al mese per un pomeriggio a settimana: rifiutato
Inviti ad entrare in club e lobbies vari : rifiutato
Io rifiuto spessissimo tante tante cose quindi apprezzo chi rifiuta se ritiene di non poter o voler fare una cosa ... non si fa un torto , si è sinceri con se stessi e con gli altri .
Un abbraccio e buona domenica!
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Francesco Deodato
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Dom Mag 03, 2020 9:38 am
Ah dimenticavo !!!
ERI IL MIO UNICO E IMMENSO SPACCIATORE DI FULM E MUSICA !!! Mi manchi anche per questo !!!😂😂😂😂😂😂mi farò scaricare la serie sicuramente!
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